Ogliastra, splendida di mare e di monti, dove "passavano sulla terra leggeri"

L'Ogliastra è una delle sub regioni storiche della Sardegna ancora indenne da quel turismo di massa, spesso becero e superficiale, che caratterizza altre zone dell'isola. L'Ogliastra è molto bella, ha uno stupefacente ambiente naturale ben conservato e panorami mozzafiato, un connubio perfetto tra montagna e mare, tra sviluppo e conservazione, tra tradizioni e modernità, tutto sembra in equilibrio, per non usare l'abusata parola "sostenibile". E' una terra per molti aspetti ancora incontaminata: le aspre montagne del Supramonte con le sue gole profonde, gli anfratti, gli altopiani selvaggi e struggenti, la costa strapiombante del golfo di Orosei e del capo Monte Santo,  gli oltre quaranta chilometri di spiagge contornate da rigogliose pinete.
Il paesaggio naturale si fonde poi con il paesaggio emotivo di questa terra antica, dove le persone vivono in gran quantità fino ai cento anni e dove anche gli olivastri sono millenari.

"Il nome di Ogugliastra , cambiato oggi in quello di Ogliastra, non deriva come si potrebbe credere dall'olivo selvatico (olivastro) che abbonda nell'isola, né infine dall'olio che se ne estrae; fu dato alla provincia in relazione a una pietra detta dai marinai Aguglia o semplicemente Guglia, che si trova in riva al mare, un po' a nord della chiesa di Santa Maria Navarrese, sotto il Monte Santo, prima di arrivare al capo omonimo. Questa specie d'obelisco è formato da un grande blocco della stessa roccia calcarea che costituisce la massa principale del Monte Santo; più lontano al di là del capo, si vede emergere un altro scoglio del tutto simile al precedente e ugualmente bagnato dal mare"

La Marmora Alberto, Itinerario dell'isola di Sardegna, Torino 1860

"Ollastra od Ogliastra, dipartimento del Regno di Sardegna, sopra il Tirreno, nella pendice orientale della gran massa dé monti Iliaci o della Barbagia. Il vero nome di questa regione è Agugliastra da una rupe sporgente sulle prime acque in figura piramidale acuta, la quale perché a'navigatori era un segno di molta distinzione, fu presa a indicare il litorale e le terre prossime"

Dizionario geografico-storico-statistico-commerciale degli stati di S.M. il Re di Sardegna


Il tratto di mare da Pedra Longa ad Arbatax, con la visita alla splendida isola delle Rose o isola Manna detta più semplicemente isola dell'Ogliastra, è stata la meta della nostra ultima escursione in kayak, di circa 25 km, il 28 luglio 2017.

La guglia menzionata dai testi storici oggi prende il nome di Pedra Longa ed è una delle attrazioni della costa ogliastrina nel tratto da Arbatax al capo di Monte Santo che chiude, a sud, il più famoso e frequentato golfo di Orosei. Pedra Longa si erge a perpendicolo sul mare per 128 metri, un campanile come se ne trovano solo sulle Alpi, costituito da un solo blocco di roccia calcarea e dolomitica, dell' età mesozoica, che il carsismo ha modellato nelle forme attuali.
L'isolotto dell'Ogliastra, di fronte alla spiaggia di Santa Maria Navarrese, comune di Baunei, è una splendida massa di granito porfirico rosa alta 47 metri ed estesa oltre 10 ettari. Si trova a poca distanza sia da Arbatax che da Santa Maria Navarrese, da questa si raggiunge con una traversata di circa 2 km. Nelle numerose calette dell'isolotto si trovano splendide rocce zoomorfe, vere e proprie sculture naturali, modellate dal vento, dalla pioggia e dal moto ondoso del mare. Sulla parte più alta dell'isola, invece, si trova la statua della Madonna dell'Ogliastra, opera dello scultore contemporaneo Pinuccio Sciola. L'entroterra dell'isolotto è coperto da una rigogliosa vegetazione, ricca di olivastri, euforbie, fichi d'india e di innumerevoli cespugli che arrivano fino alla riva del mare che sprigionano gli inconfondibili profumi della macchia mediterranea. L'isolotto è anche dimora di interessanti specie di uccelli: gabbiani reali, marangoni, berte e gabbiani corsi. Quest'ultimi, cibandosi di pesce freschissimo, sono noti perché stabiliscono come proprio habitat unicamente i luoghi incontaminati: la loro presenza è una conferma dell'integrità ambientale dell'isola. le cui acque, di un azzurro intenso su un fondale roccioso, sono splendide per snorkeling e immersioni. Oltre all'isola principale, fanno da consorelle due piccole isoline minori e una nutrita schiera di "formiche", piccoli scogli che la cingono come corone. Nel mezzo dell'isola principale, sulla costa est, c'è una bella piccola baia dove sorge un piccolo rudere in pietra il cui uso non sono riuscito a decifrare, forse l'estremo rifugio di un eremita.

Il tratto di costa tra Santa Maria Navarrese ed Arbatax si caratterizza per 8 km di spiaggia costeggiata da una bella pineta senza soluzione di continuità, solo nei primissimi tratti vicino ai due paesi le spiagge sono relativamente frequentate da un turismo comunque mai invadente e cafone. In questi tratti si trovano diversi piccoli baretti e taverne in stile greco. Ma basta allontanarsi di poche centinaia di metri e le spiagge diventano deserte, soprattutto nel tratto verso lo stagno di Tortolì. Lo scenario è quasi caraibico..anzi..sardo!!!
Ma l'Ogliastra è anche montagna, altopiano, dirupo, picco, un territorio ancestrale, antichissimo, a volte misterioso: le sue domus de janas, case delle fate, come poeticamente vengono qui chiamate le necropoli preistoriche, le tombe dei giganti dai massi ciclopici, i nuraghi mi fanno pensare ad Atlantide, a Mu il continente perduto, al regno sotterraneo di Agharti. Poi le torri, saracene e pisane, gli alberi millenari, veri e propri monumenti della natura come quelli di S. Maria Navarrese, e ancora le forre, come Su Sterru, un buco spaventevole di 25 metri di diametro e profondo 280, i canyons profondissimi come Su Gorropu, ma anche limpide fonti e pascoli armoniosi con i caratteristici ovili immersi nella macchia tra ginepri e olivastri. 
Noi, lasciati i kayak in secco, abbiamo percorso il trekking che dal Golgo, Supramonte di Baunei, scende, con un  dislivello di circa 500 metri, lungo il Bacu Goloritzè, fino all'omonima caletta, dichiarata monumento naturale nazionale e contraddistinta dall'aguglia Caroddi un monolite scalato per la prima volta da Manolo nel 1981. La spiaggetta è candida, incastonata tra le rocce, il mare è da urlo impreziosito da un arco di roccia. Qui i barconi e i gommoni non possono sbarcare ed è un paradiso, da conquistare solo faticando...
 un pericoloso elemento dell'Anonima Sequestri
 patriarca..
 Cita sarda, specie endemica dell'Ogliastra
 capre climbers
ancora capre sul 6° grado
 l'aguglia di punta Caroddi scalata nel 1981 da Manolo in libera
 benvenuti in Paradiso...

"Passavamo sulla terra leggeri come acqua, disse Antonio Setzu, come acqua che scorre, salta giù dalla conca piena della fonte, scivola e serpeggia tra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei mandorli o scende scivolando sulle pietre, per i  monti e i colli fino al piano, dai torrenti al fiume, a farsi lenta verso le paludi e il mare, chiamata in vapore dal sole a diventare nube dominata dai venti e pioggia benedetta.
A parte la follia di ucciderci l'un l'altro per motivi irrilevanti, eravamo felici.
Le piante e le paludi erano fertili, i monti ricchi di pascolo e fonti. Il cibo non mancava neppure negli anni di carestia. Facevamo un vino color del sangue, dolce al palato e portatore di sogni allegri. Nel settimo giorno del mese del vento che piega le querce incontravamo tutte le genti attorno alla fonte sacra e per sette giorni e sette notti mangiavamo, bevevamo, cantavamo e danzavamo in onore di Is.
Cantare, suonare, danzare, coltivare, raccogliere, mungere, intagliare, fondere, uccidere, morire, cantare, suonare, danzare, era la nostra vita.
Eravamo felici, a parte ucciderci l'un l'altro per motivi irrilevanti."

Sergio Atzeni - Passavamo sulla terra leggeri - Edizioni Ilisso, Biblioteca Sarda.

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